Neom: una smart city sulle sponde del Mar Rosso

Neom – “nuovo futuro”, dalla fusione delle parole greca neo (nuovo) e araba mustaqbal (futuro) – è il nome della smart city saudita che dovrebbe nascere sulle sponde del Mar Rosso, nella regione di Tabuk, situata nella zona nord occidentale del Regno dei Saud. Anche conosciuto con la definizione di “progetto più ambizioso al mondo”, il disegno saudita di costruire una città interamente nuova e digitalizzata punta a fare del Regno un pioniere nel campo delle tecnologie e dell’innovazione.

La zona in cui dovrebbe sorgere Neom.
Fonte: Wikimedia Commons.

Annunciata da Mohammed bin Salman nel corso di una conferenza a Riad nel 2017, Neom sembra una città uscita direttamente da un romanzo di fantascienza. La megalopoli avrà un “Jurassic park” con dei dinosauri robot, taxi volanti, una luna artificiale come attrazione turistica, dei combattimenti tra robot come animazione e una spiaggia con la sabbia che si illumina durante la notte. Inoltre, i progettisti della smart city più grande del mondo dichiarano di volersi affidare all’uso di una tecnica nota come “inseminazione delle nuvole” per creare nuvole artificiali, in grado di ottenere precipitazioni tutto l’anno, consentendo tra le altre cose la coltivazione del deserto.

Neom, che secondo il sito ufficiale del progetto promette di realizzare qualcosa che non si è mai visto prima, dovrebbe essere completata nel 2025. Il progetto prevede l’utilizzo delle più avanzate tecnologie ad oggi disponibili, dalla salute ai trasporti, allo scopo di fare della città un laboratorio tecnologico tale da garantire il miglior ambiente in cui vivere sul pianeta. Questa pionieristica smart city sarà costituita da 16 borghi e coprirà un’area di 26.500 chilometri quadri – pari a tre volte le dimensioni del Libano o 250 volte quelle di Parigi.

Tra le infrastrutture di maggior spicco previste dai progettisti di Neom, vi sono la costruzione di un ponte sul Mar Rosso che collegherà l’Arabia Saudita all’Egitto, fattorie eoliche e fotovoltaiche, nonché impianti per la desalinizzazione delle acque del Mar Rosso. Inoltre, il progetto dovrebbe ospitare le sedi di grandi aziende come Amazon e Tesla, offrendo loro l’utilizzo gratuito dell’energia elettrica. Si prevede anche di dotare la città di impianti di eccellenza per stimolare la ricerca nei campi della terapia genetica, della nanotecnologia e della bioingegneria.

Il logo del progetto Neom.
Fonte: Wikimedia Commons.

Alcune di queste infrastrutture sono già visibili, come l’aeroporto della città, aperto nel 2019 allo scopo di garantire voli regolari agli investitori e agli impiegati del progetto. Il Ministero delle Comunicazioni e della Tecnologia dell’Informazione (MCIT) ha inoltre annunciato che l’aeroporto di Neom sarà il primo della regione a fare uso della tecnologia 5G, in grado di consentire la trasmissione ultraveloce dei dati.

Questo progetto faraonico rientra nel piano “Vision2030”, un piano di sviluppo nazionale molto ambizioso, il quale punta a diversificare l’economia del paese, riducendo la dipendenza di Riad dalle sue riserve di idrocarburi e trasformando il paese in un hub tecnologico. Nonostante i costi proibitivi del progetto, stimati inizialmente in 500 miliardi di dollari e destinati a salire, le autorità saudite prevedono che la città, una volta completata, generi un reddito di almeno 100 miliardi di dollari annui.

Secondo le parole di Nadhmi al-Nasr, direttore esecutivo del progetto, la smart city saudita dovrebbe accogliere un milione di abitanti e cinque milioni di turisti all’anno, ed essere raggiungibile in circa otto ore per il 70% della popolazione mondiale. Allo scopo di fare di Neom uno dei principali poli di attrazione al mondo per turisti e investimenti esteri, potrebbe essere autorizzato perfino il consumo di alcool, proibito nel resto del regno.

Al momento molti importanti dettagli relativi al progetto rimangono piuttosto vaghi. Tuttavia il Wall Street Journal sarebbe riuscito a visionare circa 2.300 pagine di documenti confidenziali del 2018, rendendo di pubblico dominio molte informazioni significative. Un elemento di particolare interesse riguarda il fatto che il governo di Riad si sarebbe affidato a tre delle più importanti aziende di consulenza mondiali – MCKinsey & Co, Boston Consulting e Oliver Wyman – per valutare la fattibilità del progetto, un dato che suggerisce la volontà saudita di portare avanti il progetto della città high tech.

La capitale dell’Arabia saudita, Riad.
Fonte: Wikimedia Commons.

Per quanto riguarda la sensibilità dell’opinione pubblica nei confronti di Neom, i sauditi sembrano entusiasti all’idea di ospitare quella che potrebbe diventare la città più tecnologica al mondo. Secondo un sondaggio condotto nel regno saudita da Ipsos – un’azienda di analisi e ricerca di mercato – nove intervistati su dieci si dicono molto fiduciosi, in quanto oltre a creare nuove opportunità lavorative, Neom sembra destinata a portare il regno sulla giusta strada del progresso. Ciononostante, alcuni cittadini si sono dimostrati preoccupati dalle conseguenze che una simile città avrebbe sull’identità saudita e dalla prospettiva di un proibitivo costo della vita per i futuri abitanti di Neom.

Nonostante l’ottimismo dimostrato nel pubblicizzare questo futuristico progetto urbano e la ricchezza di cui gode l’Arabia saudita, il completamento del progetto rimane quantomeno incerto in un periodo in cui i prezzi del petrolio non sono al loro massimo storico. Secondo il Sole 24 Ore, al momento mancano capitali sufficienti a portare avanti il progetto, in quanto il governo saudita sta registrando un deficit di bilancio. Indipendentemente dai numerosi aspetti utopistici del progetto, rimane da vedere se la volontà di Mohammad bin Salman – il giovane, ambizioso e controverso principe che sembra destinato ad assumere sempre più saldamente la guida del regno saudita – riuscirà a smentire, almeno in parte, i detrattori più scettici. Resta interessante notare che per la prima volta nella sua storia, l’Arabia saudita non punta più soltanto alle risorse del sottosuolo, ma cerca di sviluppare una visione che guarda verso l’esterno per il proprio futuro.

Alexandre Brans

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