Le relazioni fra la Russia e la Turchia stanno attualmente attraversando una fase piuttosto positiva, e il gasdotto TurkStream rappresenta un tassello chiave di questa crescente convergenza di interessi. La cerimonia di inaugurazione del nuovo gasdotto si è tenuta a Istanbul l’8 gennaio, alla presenza del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, e del suo omologo russo, Vladimir Putin, affiancati anche dal capo di Stato serbo, Aleksandar Vučić, e dal primo ministro bulgaro Boyko Borisov.
Approfittando dell’occasione, Putin ha insistito sui comuni vantaggi offerti dalla cooperazione bilaterale turco-russa, che si sta rivelando particolarmente proficua nei settori dell’energia e degli armamenti. Il consolidamento tattico delle relazioni tra i due paesi è stato decisamente notevole alla luce degli eventi del 2015, anno in cui le forze armate turche distrussero un aereo appartenente all’aeronautica russa, rischiando di far precipitare il teatro siriano nell’ennesima guerra.
Lungo 930 chilometri, il TurkStream è un condotto che dovrà trasportare gas dalle coste russe del Mar Nero alla località di Kiyikoy, situata nelle vicinanze di Istanbul. Il primo segmento del gasdotto porterà il gas direttamente sul mercato turco, mentre il secondo è destinato a rifornire l’Europa meridionale e sud orientale. La capacità complessiva di gas che transiterà attraverso le due stringhe di TurkStream è di 31,5 miliardi di metri cubi.
Il progetto è stato lanciato nel dicembre del 2014, con la firma da parte di Gazprom e Botas Petroleum Pipeline Corporation – azienda statale turca che si occupa di costruzioni di condutture per il petrolio e per il gas – di un memorandum per la costruzione di un gasdotto, allo scopo di portare gas russo in Turchia. I primi permessi concessi a Gazprom dalle autorità turche sono arrivati nel 2016, anno in cui Ankara e Mosca hanno firmato l’accordo sul progetto.
Il primo gennaio 2020, tre anni dopo l’inizio dei lavori, Gazprom ha finalmente iniziato a rifornire la Bulgaria con tre miliardi di metri cubi tramite il gasdotto TurkStream. Come dichiarato dall’amministratore delegato di Bulgartransgaz, Vladimir Malinov, le forniture di gas riguardano anche la Grecia e la Macedonia del Nord. Il gasdotto si sostituisce alla precedente rotta di transito che passava attraverso l’Ucraina e la Romania, paesi perno della strategia americana di contenimento delle mire espansionistiche russe.
Nella visione del Cremlino, questo progetto dovrebbe consentire di ridurre la dipendenza dall’Ucraina per il transito del gas russo verso l’Europa. Il TurkStream si inserisce dunque nella strategia di diversificazione delle rotte di approvvigionamento, già iniziata con il progetto di raddoppiamento del Nord Stream 2, il quale, partendo dalla Russia, passa attraverso il Mar Baltico per raggiungere la città tedesca di Greifswald.
Il TurkStream è quindi una nuova carta geopolitica che la Russia può usare come leva nei confronti dell’Unione europea. È da notare infatti che, nonostante i numerosi tentativi di diversificare i propri rifornimenti, l’Europa continua sostanzialmente a dipendere da Mosca per le sue forniture di gas. Euronews ricorda infatti che la Russia fornisce il 40% del gas utilizzato in Europa. Il dato è ancora più alto per quanto riguarda la Germania – paese perno dell’Unione – dove addirittura il 75% del gas proviene dalla Russia.
Per quanto riguarda il punto di vista del governo di Ankara, il nuovo gasdotto consente di consolidare la propria sicurezza energetica, oltre a permettere alla Turchia di presentarsi sempre di più come un importante hub per il transito degli idrocarburi. La costruzione del TurkStream suggerisce insomma che l’intesa tra i due paesi potrebbe continuare a crescere anche nei prossimi anni.
Alexandre Brans