Sono ormai passati quasi 18 anni dall’ultima grande crisi diplomatica tra Marocco e Spagna. Nel luglio del 2002 la tensione tra i due paesi superò infatti i livelli di guardia e la ragione dello scontro ruotava attorno ai territori rivendicati da Rabat che si trovano attualmente sotto giurisdizione spagnola. In quel caso si trattava in particolare dell’isola del Prezzemolo – Layla per i marocchini, Perejil per gli spagnoli – un lembo di terra di 500 metri di fronte alle coste marocchine nello stretto di Gibilterra. La scintilla che fece esplodere la crisi fu la decisione del governo marocchino di inviare un contingente di 13 militari sull’isolotto per non specificati controlli sull’immigrazione clandestina. Il governo spagnolo chiese immediatamente l’abbandono dell’isola da parte dei militari marocchini rivendicandone la sovranità territoriale. La tensione fra Rabat e Madrid continuò tuttavia a salire, fino a quando il 17 luglio 2002 l’esercito spagnolo riprese il controllo dell’isola a seguito dell’operazione “Recuperar Soberanía”. Grazie alla mediazione statunitense la crisi fu poi risolta e l’isola tornò ad essere – e rimane tutt’ora – disabitata, anche se le rivendicazioni di sovranità contrastanti non sono mai finite.
La crisi per l’isola del Prezzemolo è solo l’ultimo capitolo in una relazione molto delicata e turbolenta tra i due paesi, caratterizzata da un conflitto permanente, ma anche da interessi convergenti nel campo economico, strategico e politico. I fattori scatenanti delle tensioni fra Marocco e Spagna hanno radici profonde, spesso collegate alla colonizzazione spagnola del Sahara occidentale, ma anche dei territori del nord, dove l’influenza spagnola nella cultura e nella società marocchina è ancora evidente. Tra le principali questioni che vedono aspramente contrapposti i governi di Rabat e Madrid si possono citare in particolare la questione del Sahara occidentale, le enclavi di Ceuta e Melilla e la competizione sulle zone esclusive economiche destinate alla pesca nell’Atlantico a largo delle coste marocchine e le isole Canarie.
Il Sahara Occidentale, occupato dalla Spagna fino al secondo dopoguerra, si trova al momento di fatto sotto il controllo di Rabat, che ha rivendicato le sue ambizioni nei confronti del territorio con la “Marcia verde” del 1975. Tuttavia il governo di Madrid rimane ancora oggi un attore politico di primaria importanza nella questione. Gli interessi spagnoli, che si concentrano soprattutto sulle risorse marittime, hanno dato vita a una serie di iniziative ambivalenti nei confronti di Marocco, Algeria e “Repubblica araba democratica dei sahrawi” – l’organismo politico che rivendica l’indipendenza del Sahara Occidentale in nome delle popolazioni locali. Mentre il Marocco ritiene che il Sahara Occidentale sia parte integrante del proprio territorio nazionale, la Spagna mostra una sensibilità per la popolazione sahrawi legata a un senso di responsabilità storica, e sostiene l’indipendenza del territorio. La tensione su questo punto ha effetti anche su altri aspetti della relazione fra i due paesi, e in particolare sulle questioni relative a Ceuta e Melilla e agli accordi di tipo economico con l’Ue.
Le enclavi di Cauta e Melilla – due piccoli territori sotto la sovranità spagnola situati sulle coste nordafricane e confinanti con il Marocco – sono rivendicate dal governo di Rabat. Oggi queste due città sono considerate le più antiche colonie nel mondo. Il rifiuto di Madrid di aprire un dialogo sul futuro di questi territori è una fonte di continua tensione per i leader marocchini. La già citata operazione del governo marocchino del 2002 sull’isola del Prezzemolo aveva come scopo anche quello di sondare le intenzioni della Spagna riguardo queste due enclavi, che da un punto di vista geo-strategico ed economico rimangono molto importanti. La questione viene spesso strumentalizzata dai due paesi, in particolare da gruppi politici nazionalisti spagnoli e dal governo marocchino come strumento di pressione nei confronti della Spagna. Le opinioni pubbliche dei due paesi sono molto suscettibili a questo tema e ciò dà la cifra di quanto la questione territoriale e le rivendicazioni storiche siano molto sentite tra le due sponde dello stretto di Gibilterra.
Oltre a questa difficile eredità storica, i rapporti fra Spagna e Marocco sono complicati dalla controversia relativa alle zone di pesca nell’Oceano Atlantico. La Spagna rappresenta uno dei più importanti mercati del pesce in Europa e nel mondo, sia per l’alto consumo domestico che per le esportazioni, e questa realtà è confermata anche da una considerevole flotta mercantile che conta più di 17,000 imbarcazioni. La dimensione del mercato iberico negli anni Ottanta e Novanta è stata alla base di accordi di pesca tra i due Stati. Le “concessioni” marocchine in quelle occasioni avevano lo scopo principale di aprirsi una fetta di mercato europeo per esportare i propri prodotti agricoli – l’agricoltura rappresenta infatti il principale settore dell’economia del paese maghrebino. Con un accordo del 1999 il governo di Rabat aveva deciso di limitare progressivamente le autorizzazioni di pesca nelle proprie acque. I successivi tentativi d’intesa per le zone esclusive di pesca tra i due paesi non hanno avuto grande successo: l’ultimo accordo concluso nel 2005 per rivedere il trattato del 1999, non ha risolto i nodi più critici. Le tensioni sono salite di nuovo lo scorso 22 gennaio e riguardano in particolare la rivendicazione da parte del governo di Rabat di una zona economica esclusiva (Zee) che si estende fino a 200 miglia nautiche al largo delle coste del Sahara occidentale. Il governo marocchino, attraverso il ministro degli Esteri Nasser Bourita, ha dichiarato che il regno sta operando all’interno del diritto internazionale e sta utilizzando a pieno la propria sovranità per quanto riguarda le frontiere terrestri e marine. Il governo iberico teme che Rabat annetta le acque territoriali delle isole Canarie all’interno della Zee e, poiché nel sottosuolo ci potrebbero essere importanti giacimenti di gas, petrolio e minerali, la questione ha riacceso ulteriormente le tensioni tra i due paesi.
Le relazioni tra Spagna e Marocco sono insomma cariche di tensioni. Tuttavia vi sono anche importanti spazi di collaborazione che legano Madrid e l’Europa a Rabat, e tra questi vanno citati in particolare i temi dell’immigrazione e della sicurezza comune. Il Marocco è diventato negli ultimi anni un partner sempre più prezioso per l’Unione europea in generale, e per la Spagna in particolare, per il suo ruolo di “diga” nei confronti dell’immigrazione irregolare verso il Vecchio continente. A seguito delle “Primavere arabe” del 2011, molti regimi nordafricani sono collassati e la guerra civile libica ha consegnato il paese alla mercé di gruppi irregolari che hanno fatto affari d’oro con l’immigrazione illegale, in particolare verso l’Italia. La stabilità del Marocco in quella fase è stata preziosa per Madrid (che comunque riceve un flusso molto importante di migranti) e questa caratteristica è stata preziosa anche per l’Europa, che non poteva permettersi una terza emergenza migratoria dopo quella legata alle rotte libica e balcanica. Nel 2019 i governi spagnolo e marocchino hanno siglato accordi bilaterali per rendere più efficace la lotta all’immigrazione irregolare, alle reti criminali e al terrorismo internazionale. Rabat ha fatto pesare molto il proprio ruolo, chiedendo finanziamenti e altri tipi di sostegno.
Alla questione migratoria si lega anche la cooperazione nell’ambito della sicurezza, specialmente dopo gli attacchi terroristici del 2004 a Madrid per mano di al-Qaida. Nelle indagini successive agli attentati si è scoperto che i terroristi erano passati dalle due enclave di Ceuta e Melilla. La collaborazione tra i servizi di sicurezza spagnoli e marocchini è stata fruttuosa, come testimoniato dalle molteplici operazioni che hanno portato all’arresto di terroristi in entrambi i paesi. Anche la vicinanza temporale di alcuni tragici attacchi terroristici avvenuti in Marocco (a Casablanca nel 2003) e in Spagna (Madrid 2004) ha forse spinto i due paesi a stringere una collaborazione stretta per combattere il terrorismo di matrice islamista.
Dunque Rabat negli anni si è guadagnata un ruolo sempre più importante nella gestione della migrazione e nel campo della sicurezza per i confini esterni dell’Ue e della Spagna in particolare. La cooperazione non si è limitata solo a questi due settori, ma si sviluppa anche nel campo economico e scientifico. Tradizionalmente le relazioni ispano-marocchine non sono state semplici, e tuttora vivono momenti di tensione, viste le divergenze su molte questioni ancora aperte come il Sahara occidentale, Ceuta e Melilla e le zone di pesca nell’Oceano Atlantico. Proprio questi nodi spinosi, caratterizzati da momenti di conflitto e di intenso dialogo, sono la prova di quanto Marocco e Spagna possano avere molti più vantaggi reciproci dal dialogo che dallo scontro. La relazione fra i due paesi rimane dunque complicata, ma senza alternative.
Mohamed el-Khaddar
[…] di crisi aperta e fasi di tensione relativamente controllata. Possiamo ad esempio ricordare la crisi relativa all’“isola del Prezzemolo” nello stretto di Gibilterra nel luglio del 2002, che ha […]